La Commissione propone nuove norme a livello comunitario, capaci di permettere al settore degli imballaggi di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
La normativa europea individua tre obiettivi principali. il primo prevede la riduzione di produzione di rifiuti di imballaggio: ridurne la quantità, limitare gli imballaggi non necessari e promuovere soluzioni riutilizzabili.
Il secondo rendere tutti gli imballaggi riciclabili entro il 2030.
Terzo: ridurre l’utilizzo di risorse naturali primarie e creare un mercato per le materie prime secondarie, aumentando l’uso di plastica riciclata negli imballaggi attraverso obiettivi obbligatori.
Con questa strategia, ogni singolo Stato, potrebbe ridurre i rifiuti di imballaggio del 15% entro il 2040, portando ad una riduzione complessiva dei rifiuti nell’UE di circa il 37%. Per favorire il riutilizzo, le aziende dovranno offrire una certa percentuale dei propri prodotti in imballaggi riutilizzabili.
Alcune forme di imballaggio, come ad esempio imballaggi monouso per alimenti e bevande consumati all’interno di ristoranti e caffè e imballaggi monouso per frutta e verdura, saranno vietate.
Per sostenere l’utilizzo di imballaggi riciclabili, sarà necessario definire criteri di progettazione ecosostenibili, creare sistemi di restituzione obbligatoria per bottiglie di plastica e lattine di alluminio e chiarire quali tipi di imballaggi sono compostabili, in modo che i consumatori possano gettarli nei rifiuti organici.
Plastica a base biologica, biodegradabile e compostabile Le nuove norme chiariscono in che modo queste materie plastiche possono contribuire ad un futuro sostenibile. L’uso e la produzione di plastica biobased, biodegradabile e compostabile è in costante aumento.
Devono essere soddisfatte una serie di condizioni affinché queste materie plastiche abbiano impatti positivi sull’ambiente, piuttosto che esacerbare l’inquinamento da plastica.
La biomassa utilizzata per produrre plastica a base biologica deve provenire da fonti sostenibili, senza danni per l’ambiente. I produttori dovrebbero dare la priorità all’utilizzo di materie prime come rifiuti organici e sottoprodotti. Inoltre, per combattere il greenwashing, i produttori devono evitare affermazioni generiche comunicando in etichetta la quota esatta e misurabile del contenuto di plastica biobased.
La plastica biodegradabile non dovrebbe essere un alibi per gettare rifiuti. Inoltre i prodotti biodegradabili devono essere etichettati per mostrare quanto tempo impiegheranno a biodegradarsi, in quali circostanze e in quale ambiente.
I prodotti che possono essere abbandonati, compresi quelli contemplati dalla direttiva sulla plastica monouso, non possono essere etichettati come biodegradabili. Le materie plastiche compostabili industrialmente devono essere utilizzate solo quando presentano vantaggi ambientali, non influiscono negativamente sulla qualità del compost e quando esiste un adeguato sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti organici.
Gli imballaggi compostabili industrialmente saranno consentiti solo per bustine di thè, cialde di caffè, adesivi per frutta e verdura e sacchetti di plastica molto leggeri. I prodotti devono sempre specificare che sono certificati per il compostaggio industriale, in linea con gli standard UE.
Fonte: infobuildenergia.it