Una guerra ingiustificata e disumata sta costringendo l'Europa a fare i conti con gli orrori di quei conflitti militari dimenticati da tempo e con la crisi energetica in corso da mesi che pone l'Italia, sicuramente in posizione peggiore rispetto agli altri Stati, di fronte a problemi geopolitici e strategici: dove recuperare l'energia?
Questi giorni ci insegnano quanto sia complesso il processo di transazione dal fossile al rinnovabile; è evidente che siamo troppo dipendenti dal gas e che il governo italiano dovrà affrontare il problema di come sostituirlo con il giusto mix energetico autoprodotto o, in ogni caso, alternativo.
L'obiettivo sembra quello di investire la maggior parte delle risorse sul rinnovabile al fine di ridurre la dipendenza energetica del territorio italiano, abbattendo i costi di trasporto riparandoci da ulteriore richio d'inflazione. Secondo le previsioni degli operatori energetici (Elettricità Futura) per risolvere questa grave emergenza è stato chiesto al Governo e alle Regioni di autorizzare, entro giugno, 60 GW di nuovi impianti rinnovabili, pari a solo un terzo delle domande di allaccio già presentate, snellendo necessariamente l'iter autorizzativo.
Installare 60 GW di rinnovabili nei prossimi 3 anni sembra la migliore soluzione strutturale per aumentare la sicurezza e l’indipendenza energetica, e ridurre drasticamente la bolletta elettrica.
In termini di grandezza 60 GW sostituirebbero 15 milardi di metri cubi di metano all'anno, ovvero il 20% del gas importato; in altri termini, oltre 7 volte rispetto a quanto il Governo stima di ottenere con l'aumento dell'estrazione di gas nazionale.
La transazione ecogolica sembra una risposta concreta alle fonti fossili che troppo spesso sono al centro di conflitti; Ormai se ne sono resi conto proprio tutti.