La ricerca promossa da CONAI e LUISS-Guido Carli è intitolata “La gestione dei rifiuti di imballaggio in Italia: profili e criticità concorrenziali”. Al suo interno si è cercato di evidenziare, nello specifico, quei casi “in cui i meccanismi concorrenziali non riescono a garantire un adeguato livello di tutela ambientale, giustificando l’adozione di misure limitative della concorrenza”.
A questo proposito viene avanzato l’esempio del “modello italiano”, sottolinea il COnsorzio NAzionale Imballaggi:
Basato sulla centralità del sistema consortile in funzione sussidiaria rispetto agli altri operatori, giustificabile al fine di garantire la prestazione universale del servizio, che assicura la gestione dei rifiuti di imballaggio su tutto il territorio nazionale e per tutti i tipi di rifiuti di imballaggio.
Elementi chiave del modello il raccordo tra CONAI e Pubblica Amministrazione e i requisiti di legge per la nascita dei sistemi autonomi, grazie ai quali vengono evitati, prosegue il Consorzio, problemi di “cherry picking” (con il rischio di lasciare scoperte aree geografiche o frazioni merceologiche non remunerative. Nella ricerca viene inoltre evidenziato che, per una migliore corrispondenza tra concorrenza e tutela dell’ambiente possa essere attuato:
Un miglior collegamento tra il livello contributivo ambientale e i costi dell’impatto ambientale delle fasi di fine vita e nuova vita degli imballaggi.
Fine ultimo ambientale al centro di una eventuale riforma del mercato anche secondo quanto ha dichiarato Michele Grillo, Professore Ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e già componente del Collegio dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato:
L’introduzione di ulteriori misure di concorrenza all’interno di un mercato come quello della gestione dei rifiuti di imballaggio deve necessariamente tenere conto di alcune peculiarità tipiche del contesto, come l’interesse pubblico delle Amministrazioni a non lasciare frazioni di rifiuti non raccolte per strada. Per questo una eventuale riforma del mercato dovrà assicurare il fine ultimo ambientale e il raggiungimento degli obiettivi di legge, garantendo allo stesso tempo la trasparenza dei flussi gestiti e adeguati meccanismi di controllo.